Vaccini anti COVID-19: come agiscono?

 



I vaccini COVID-19 a mRNA Pfizer e Moderna sono vaccini destinati a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni. Contengono una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente su SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Ma attenzione il vaccino non contiene il virus e non può provocare la malattia

Meccanismo di azione:

I virus SARS-CoV-2 infettano le persone utilizzando una proteina di superficie, denominata Spike. Questa agisce come una chiave permettendo l’accesso dei virus nelle cellule, in cui poi si possono riprodurre. Tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca la proteina Spike e quindi impedisce l’infezione delle cellule. I due vaccini COVID-19 a mRNA approvati per la campagna vaccinale utilizzano molecole di acido ribonucleico messaggero (mRNA) che contengono le istruzioni perché le cellule della persona che si è vaccinata sintetizzino le proteine Spike. Nei vaccini le molecole di mRNA sono inserite in microscopiche vescicole lipidiche (liposomi). Questi permettono l’ingresso del mRNA nelle cellule. Una volta iniettato, l'mRNA viene assorbito nel citoplasma delle cellule e avvia la sintesi delle proteine Spike.

Le proteine prodotte stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici. Per cui se le persone vaccinate dovessero essere esposte al contagio virale, gli anticorpi prodotti bloccano le proteine Spike e ne impediscono l’ingresso nelle cellule.

La vaccinazione, inoltre, attiva anche le cellule T che preparano il sistema immunitario a rispondere a ulteriori esposizioni a SARS-CoV-2.

Il vaccino, quindi, non introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike. Se, in un momento successivo, la persona vaccinata entra nuovamente in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo.

Occorre inoltre precisare che l'mRNA del vaccino non resta nell’organismo, ma si degrada poco dopo la vaccinazione.

 

Composizione: 
il vaccino contiene un RNA messaggero che non può propagare sé stesso nelle cellule dell’ospite, ma induce la sintesi di antigeni del virus SARS-CoV-2 (che esso stesso codifica). Gli antigeni del virus stimolano la risposta anticorpale della persona vaccinata con produzione di anticorpi neutralizzanti.

L’RNA messaggero è racchiuso in liposomi per facilitare l’ingresso nelle cellule.

Il vaccino contiene inoltre altri eccipienti:

Di seguito elenchiamo quelli presenti nel vaccino Pfizer, simil contenuto presenta il vaccino Moderna:

1,2-Distearoyl-sn-glycero-3-phosphocholine, colesterolo, sodio fosfato bibasico diidrato, fosfato monobasico di potassio, cloruro di potassio, cloruro di sodio, saccarosio, acqua per preparazioni iniettabili.

 Posologia e modo di somministrazione: 

Il vaccino viene somministrato in due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21(Pfizer) e 28 giorni (Moderna) l’una dall’altra.

Efficacia:

Contrariamente a quanto molta gente possa pensare, sono stati condotti, seppure in tempi brevi, ampi studi clinici per testare l'efficacia di entrambi i vaccini con la partecipazione di un numero elevato di personecomprese tra le 30 e 44 mila circa per ogni vaccino, dieci volte superiore agli standard degli studi analoghi per lo sviluppo dei vaccini. Per cui è stato possibile realizzare uno studio di grandi dimensioni, sufficienti per dimostrare efficacia e sicurezza. Inoltre, non è stata saltata nessuna delle regolari fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza del vaccino: i tempi brevi che hanno portato alla registrazione rapida sono stati resi possibili grazie alle ricerche già condotte da molti anni sui vaccini a RNA, alle grandi risorse umane ed economiche messe a disposizione in tempi rapidissimi  e alla valutazione delle agenzie regolatorie dei risultati ottenuti man mano che questi venivano prodotti e non, come si usa fare, soltanto quando tutti gli studi  sono completati. Grazie a queste misure è stato possibile risparmiare anni sui tempi di approvazione. Si precisa inoltre che in entrambi gli studi il vaccino ha mostrato un efficacia pari al 94-95 % circa nell'impedire l'insorgenza di malattia, nei soggetti trattati. 

Durata dell'immunità acquisita:

Secondo l'AIFA (l'Agenzia Italiana del Farmaco)  la durata della protezione non è ancora definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi, ma le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi.

Sono state segnalate nuove varianti del virus i vaccini saranno lo stesso efficaci ?

I virus a RNA come SARS-CoV-2 sono soggetti a frequenti mutazioni, la maggioranza delle quali non altera significativamente l’assetto e le componenti del virus. Molte varianti di SARS-CoV-2 sono state segnalate nel 2020, ma finora queste varianti non hanno alterato il comportamento naturale del virus. La variante segnalata in Inghilterra è il risultato di una serie di mutazioni di proteine della superficie del virus e sono in corso valutazioni sugli effetti che queste possono avere sull’andamento dell’epidemia, mentre appare improbabile un effetto negativo sulla vaccinazione.

 Fonti: AIFA.gov.it


Gel igienizzante mani: preparazione secondo Farmacopea e preparazione indicata dall'OMS



Ormai da tanti giorni circola in rete la cosiddetta "ricetta" indicata dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), per preparare il gel igienizzante per le mani. Una preparazione facile da fare a casa, per 1 litro di preparazione, basta mettere in un contenitore graduato: 
  • 833 ml di alcol puro al 96% (si può trovare al supermercato)
  • 42 ml di acqua ossigenata diluita al 3% - stabilizzata 10 vol. (anch'essa si trova al supermercato)
  • mescolare la soluzione
  • 15 ml di glicerolo (si può trovare in farmacia) che servono per conferire viscosità alla preparazione e formare tipo un gel
  • mescolare ancora
  • acqua depurata (si può trovare anch'essa in farmacia) fino a completare il volume di 1L. (in assenza di acqua depurata, si può usare la normale acqua di rubinetto dopo averla bollita)

Tale preparazione, va precisato, non ha a che fare con il preparato galenico officinale presente in Farmacopea che può preparare il farmacista. Quella indicata dall'OMS è una preparazione che chiunque potrebbe fare a casa sia perché non servono particolari competenze e dispositivi e sia perchè le sostanze utilizzate sono di facile reperimento (o meglio lo erano fino a che la gente, presa dalla psicosi, non ha assaltato i supermercati facendo fuori tutto. Ma comunque, com'è stato garantito dal governo, i supermercati verranno riforniti e si spera anche di queste materie prime che servono per realizzare il gel per le mani) e inoltre sono tutte già pronte in forma liquida e bisogna solo mescolarle. Tale indicazione da parte dell'OMS è stata data vista la situazione di emergenza.

Facciamo chiarezza

Cos'è un preparato galenico officinale ? 

La farmacopea italiana XII edizione (quindi l'ultima) definisce il galenico officinale o formula officinale come:

Medicinale preparato in farmacia in base alle indicazioni di una farmacopea e destinato ad essere fornito direttamente ai pazienti che si servono in tale farmacia.
Farmacopea Italiana XII edizione


Quindi i gel igienizzanti per le mani che il farmacista prepara sono formulati in base a disposizioni presenti in testi ufficiali. Inoltre tali preparati officinali non vengono classificati come:

  • Cosmetici
  • Presidi medico-chirurgici
  • Biocidi
  • Dispositivi medici


Sono medicinali officinali e in quanto tali sono fiscalmente detraibili e sono vendibili senza ricetta medica in quanto le tabelle 3, 4, 5 e 7 della Farmacopea Italiana XII ed. non impongono la presentazione di ricetta medica.

Qual è la differenza tra preparato officinale e preparato magistrale ?

Sia il preparato officinale che magistrale sono preparati galenici ossia preparati allestiti dal farmacista in farmacia. La differenza è che il preparato magistrale è un medicinale preparato dal farmacista in farmacia in base ad una prescrizione medica magistrale ed è destinato ad un determinato paziente. Il preparato officinale, invece, è un medicinale preparato AUTONOMAMENTE dal farmacista IN BASE ALLE DISPOSIZIONI DELLA FARMACOPEA di un paese membro dell’Unione Europea e destinato ad essere dispensato direttamente ai pazienti che si servono in tale farmacia.
Il prezzo di vendita di un preparato galenico viene stabilito in base al Tariffario Nazionale. 

Passiamo adesso alla preparazione del gel mani secondo Farmacopea

Esistono almeno 3 formulazioni rilevabili in 3 Farmacopee:
  1. Farmacopea Britannica (BP, British Pharmacopoeia)
  2. Farmacopea Austriaca
  3. Farmacopea Spagnola
1) Secondo Farmacopea Britannica, ci sono due formulazioni: "Diluite Ethanol" e "Dilute Sodium Hypochlorite Cutaneous Solution" 

  • Diluite Ethanol (nome da riportare sull'etichetta della preparazione): questa formulazione prevede l'utilizzo di etanolo diluito al 60, 70, 80 o 90% e l'aggiunta di idrossipropilcellulosa come gelificante, in un range che va dall'1 al 3%  
Alcol al 90%: diluire 934 ml di alcol al 96% portando a 1000 ml con acqua depurata.
Alcol all'80%: diluire 831 ml di alcol al 96% portando a 1000 ml con acqua depurata.
Alcol al 70%: diluire 727 ml di alcol al 96% portando a 1000 ml con acqua depurata.
Alcol al 60%: diluire 623 ml di alcol al 96% portando a 1000 ml con acqua depurata.

Alla soluzione di etanolo aggiungere idrossipropilcellulosa all'1% per ottenere un gel molto fluido, al 3% per ottenere un gel molto duro. L'deale come consistenza gel è usare una percentuale intermedia intorno al 2%. In assenza di idrossipropilcellulosa, possono essere utilizzati altri gelificanti: idrossietilcellulosa (questa, però, lascia le mani un pò appiccicose), idrossipropilmetilcellulosa, carbopol, carbossimetilcellulosa.
L'aggiunta di altre sostanze come ad es. oli essenziali ecc.. non è permessa in quanto configurerebbe il preparato come "non officinale". 

Preparazione:
  1. Preparare la diluizione dell'alcol (generalmente si usa alcol al 70%)
  2. Pesare l'idrossipropilcellulosa (si consiglia al 2%)
  3. Aggiungere il gelificante poco a poco alla soluzione di alcol sotto costante agitazione usando ad esempio un agitatore magnetico e un nottolino.
  4. Lasciare riposare il gel per qualche ora per far sparire le eventuali bollicine formate oppure sonicare nel bagnetto ad ultrasuoni
  5. Versare il gel negli appositi dispenser ed apporre la relativa etichetta


  • Dilute Sodium Hypochlorite Cutaneous Solution (nome da riportare sull'etichetta della preparazione): questa preparazione non è un gel, ma una soluzione e prevede l'utilizzo di una soluzione di ipoclorito di sodio all'1%, può contenere stabilizzanti e sodio cloruro, anche qui non bisogna aggiungere oli essenziali e neanche il gelificante in quanto come scritto in precedenza, tale preparazione non è un gel, ma una soluzione. Inoltre la soluzione va conservata in un contenitore ben chiuso, al riparo dalla luce, a 20°C e lontana da acidi.

2) Nella Farmacopea Austriaca è indicata la preparazione:
  • Aethanolum dilutum (nome da riportare sull'etichetta della preparazione): questa preparazione prevede l'utilizzo di alcol a 96° e acqua depurata (2:1 v/v).
3) Nella Farmacopea Spagnola è indicata la preparazione:
  • Metilcellulosa gel fluido (nome da riportare sull'etichetta della preparazione): questa preparazione prevede l'utilizzo di metilcellulosa (1g.), clorexidina digluconato soluzione 20% (50 mg) e acqua depurata q.b. a 100g.
Preparazione:
  1. A bagnomaria mettere la clorexidina digluconato soluzione
  2. Sotto continua agitazione versare a pioggia la metilcellulosa
  3. Portare a volume con acqua depurata 
  4. Continuare ad agitare
  5. Togliere dal bagnomaria e lasciare raffreddare


Etichetta:
Ricordiamo che è vietato indicare proprietà terapeutiche sull'etichetta (salvo che non sia indicato nella monografia), se in etichetta si indica: "igienizzante", "sanificante", "battericida", "disinfettante", "antisettico", il farmacista si espone a sanzioni. A tal proposito, con una circolare del 20 febbraio 2020, il Ministero della Salute chiarisce cosa può essere classificato come biocida ecc...

Formati che possono essere allestiti dal farmacista:
Il farmacista ha un limite di 3 Kg di formulato, quindi può benissimo allestire confezioni da 35 ml, 50 ml, 100 ml, 250 ml, 500 ml ecc..

Prezzo:
Il prezzo deve essere calcolato dal farmacista in base alla Tariffa Nazionale dei Medicinali (aggiornata nel 2018, vedi gazzetta ufficiale ). Il farmacista calcola il prezzo in base a vari fattori (costo materie prime, costo recipiente ecc...). Il prezzo di vendita dei medicinali officinali, deve ripagare il farmacista del lavoro svolto. 

Quando si usa il gel igienizzante mani ?
Questo lo precisiamo più che altro alla gente comune che si può trovare a leggere questo articolo, il gel igienizzante si usa quando non si ha la possibilità di lavarsi con acqua e sapone. Quindi a casa basta lavarsi le mani bene, non trascurando alcuna parte tra mani e polsi, con acqua e sapone per almeno 20 secondi!

Fluorochinoloni e rischio di aneurisma e dissezione aortica



 

Chinoloni e fluorochinoloni sono una classe di antibiotici ad ampio spettro che sono attivi contro i batteri cosiddetti Gram -negativi e Gram -positivi.
La revisione riguarda i seguenti medicinali : ciprofloxacina, flumechina, levofloxacina, lomefloxacina, moxifloxacina, norfloxacina, ofloxacina, pefloxacina,prulifloxacina e rufloxacina (antibiotici fluorochinolonici); cinoxacina,acido nalidixico e acido pipemidico (antibiotici chinolonici) .
Recentemente i titolari delle suddette specialità in accordo con l’AIFA e l’agenzia europea dei medicinali (EMA), hanno introdotto una nuova avvertenza. Trattasi in particolare dell’aumentato rischio di aneurisma e dissezione dell’aorta in seguito ad utilizzo di antibiotici fluorochinolonici per uso sistemico e inalatorio in particolare nelle persone anziane e o soggette a rischio di aneurisma e dissezione dell’aorta.

Pertanto si raccomanda di impiegare tali classi di farmaci solo dopo un attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio e solo dopo aver preso in considerazione altre alternative terapeutiche. Devono altresì essere informati i pazienti su tale tipologia di rischio associato all’uso di questi medicinali, in modo da richiedere una tempestiva assistenza medica in caso di improvviso dolore addominale, toracico o alla schiena.

Si invitano i colleghi e altri operatori sanitari ad una tempestiva segnalazione nel caso di sospette reazioni avverse in modo da garantire un monitoraggio continuo su tale rischio mediante il seguente link: http://www.aifa.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa o al sito http://www.vigifarmaco.it.

Riportiamo di seguito il link alla notizia originale sul sito dell’AIFA: http://www.aifa.gov.it/sites/default/files/Fluoroquinolones-DHPC_23.10.2018.pdf

NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DEL FARMACISTA





Il nuovo codice deontologico dei Farmacisti - approvato il 7 maggio scorso dal Consiglio Nazionale della Fofi - si aggiorna per ribadire i principi etici della professione alla luce dell'apertura alle società di capitali introdotta dalla legge sulla concorrenza (124/2017) , così come delle evoluzioni dell’attività professionale.

Di seguito rimandiamo al documento integrale pubblicato dalla FOFI (link)

Il riso rosso fermentato nel trattamento dell' ipercolesterolemia

Il coinvolgimento del colesterolo -LDL (Low density lipoproteins) nella aterogenesi e quindi nelle cardiopatie è documentato in molti studi clinici. Vari studi hanno dimostrato che alti livelli di LDL e colesterolo e bassi livelli di HDL sono fattori di rischio per la cardiopatia coronarica. 


Il riso rosso fermentato, è ottenuto facendo fermentare il riso con un lievito, il Monascus purpureus, che oltre a conferire il colore rosso produce una serie di  principio attivi noti come monacoline. Tra questi vi è la monacolina K.  presente in molti integratori. Tale principio attivo presenta una struttura chimica simile alla lovastatina e dunque agisce come una statina inibendo la 3-idrossi-3-metilglutaril-coenzima A reduttasi (HMG-CoA). L'enzima che catalizza la conversione della HMG-CoA a mevalonato (primo passaggio nella biosintesi del colesterolo). Inibendo quindi la formazione di colesterolo.
Biosintesi del colesterolo

Esistono diverse qualità di riso rosso fermentato: le più scadenti sono destinate a impieghi tecnici come coloranti o additivi alimentari e somigliano solo macroscopicamente al riso rosso funzionale.

La monacolina K è presente in forma acida (MKA) e lattonica (MK, lovastatina): solo la prima inibisce direttamente la HMG-CoA-reduttasi mentre il lattone è una pro-drug da cui la MKA si libera per idrolisi catalizzata dalle carbossil-esterasi epatiche.
Nella fermentazione la MKA
prevale, favorita dall’idrosolubilità e dal pH leggermente acido del medium; a fine processo costituisce circa l’80 % delle monacoline totali di in un buon riso rosso funzionale ma nella successiva fase d’essiccamento, a 50-60°, ciclizza in parte. Nel prodotto finito il rapporto acido:lattone varia da 6:4 a 4:6; più è alto migliore è la qualità anche perché il lattone, quando l’essiccamento è stato troppo spinto, può ulteriormente disidratarsi a deidro-monacolina (DMK) inattiva. La principale sofistificazione in prodotti di dubbia qualità consiste nell'aggiunta di lovastatina a basso a riso rosso per usi tecnici e quindi a basso contenuto in monacolina k . Tuttavia vari metodi HPLC e LC-MS permettono di
smascherarli: il cromatogramma di un riso rosso naturale (fig. 1) mostra i picchi di tutti i componenti del fito-complesso, inoltre il rapporto delle aree MA/MK ci dice se il lotto è di buona qualità o è stato essiccato troppo a lungo portando a un eccesso di forme lattoniche e DMK.

Gli estratti di riso rosso fermentato quindi, rappresentano un nutraceutico dalla comprovata azione ipocolesterolemizzante. La loro efficacia è proporzionale alla concentrazione nell’estratto di monacolina K, chebpuò raggiungere fino a 10 mg per dose quotidiana. L’assunzione quotidiana di monacolina K può quindi ridurre la colesterolemia LDL di circa il 15-25% già dopo 6-8 settimane di assunzione. Inoltre, All’azione sulla colesterolemia LDL coincide anche una riduzione di colesterolemia totale, colesterolemia non-HDL, livelli plasmatici di apolipoproteina B, proteina C-reattiva ad alta sensibilità e metalloproteinasi della matrice 2 e 9. 
I rischi correlati all’assunzione di monacolina K al
dosaggio di 10 mg sono minimi, e lievi mialgie possono essere prevedibili solo in pazienti fragili precedentemente intolleranti a dosaggi minimi di statina. In conclusione, il riso rosso fermentato titolato in monacolina K rappresenta un buon presidio terapeutico per la gestione di ipercolesterolemie moderate in pazienti con basso rischio cardiovascolare aggiuntivo.



Antibiotici, scoperta una nuova classe contro batteri Gram+ multiresistenti

Un lavoro di ricerca pubblicato su Nature Microbiology descrive la
metodica che ha permesso la scoperta di una nuova classe di
antibiotici. Questi nuovi principi attivi,  chiamati malacidine,  hanno dimostrato attività antimicrobica in vitro e in vivo su diversi batteri multiresistenti, compreso lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Mrsa) in ratti con infezione cutanea.

I ricercatori hanno sequenziato il DNA batterico estratto da oltre un migliaio di campioni di terra prelevati da tutti gli Stati Uniti, e hanno scoperto un insieme di geni che producono malacidine. Questi nuovi antibiotici presentano un meccanismo d'azione diverso rispetto alla maggior parte degli altri farmaci,
attaccando una parte chiave della parete cellulare batterica, un meccanismo per il quale i microrganismi non hanno ancora mostrato resistenza in laboratorio.
Gli autori inoltre, sottolineano di avere utilizzato un metodo di sequenziamento particolare che elimina la necessità di coltivare le specie batteriche in laboratorio, cosa non sempre possibile, e che rende possibile di ricavare più rapidamente nuovi farmaci candidati da diverse fonti ambientali. Per far ciò i ricercatori hanno sviluppato una piattaforma di scoperta indipendente dalla coltura soggetta a sequenziamento, avvalendosi del sequenziamento, dell'analisi bioinformatica e dell'espressione eterologa di gruppi di geni biosintetici catturati da DNA estratto da campioni ambientali.
Di seguito si riporta il link dell'articolo originale:

Nature Microbiology 2018. Doi: 10.1038/s41564-018-0110-1
https://www.nature.com/articles/s41564-018-0110-1

Resistenza agli antibiotici.. un problema da non sottovalutare


Lo sviluppo e l’impiego degli antibiotici, a partire dalla seconda metà del XX secolo, ha rivoluzionato l’approccio al trattamento e alla prevenzione delle malattie infettive e delle infezioni ritenute in passato incurabili.
Tuttavia la comparsa di resistenze agli antibiotici è al momento più veloce dello sviluppo di nuove molecole.
Negli anni, l'antibiotico-resistenza è diventata sempre più importante, soprattutto per quanto riguarda ceppi batterici la cui sensibilità a certi farmaci sembrava indiscussa (ad esempio Salmonella e cloramfenicolo); una delle principali cause di questa tendenza è un uso improprio degli antibiotici.

Distinguiamo 2 diversi tipi di resistenza:
naturale o innata → un esempio è quella dei micoplasmi che, non avendo parete cellulare, hanno una resistenza verso gli antibiotici che hanno la parete come target specifico (vedi penicilline, cefalosporine ecc.)

acquisita, che è generalmente scatenata da una precedente esposizione del batterio patogeno all'antibiotico, e si attua secondo diversi meccanismi. Tra cui: la modifica del target batterico, la produzione da parte del batterio di enzimi inattivanti l'antibiotico, la ridotta permeabilità all'antibiotico, e l'efflusso attivo che induce l'uscita dell'antibiotico stesso dalla cellula grazie ad un sistema di pompe attive.

Cause:
Il problema della resistenza agli antibiotici è complesso poiché fondato su molteplici fattori: l’aumentato uso di questi farmaci (incluso l’utilizzo non appropriato), la diffusione delle infezioni ospedaliere da microrganismi antibiotico-resistenti (e il limitato controllo di queste infezioni), un aumento dei viaggi internazionali e quindi una maggiore diffusione dei ceppi.
L’uso continuo degli antibiotici aumenta la pressione selettiva favorendo l’emergere, la moltiplicazione e la diffusione dei ceppi resistenti. Difatti l'uso eccessivo di antibiotici come la penicillina e l'eritromicina, che un tempo erano considerate "cure miracolose", sono state associate con la resistenza emergenti dal 1950. Il problema è ulteriormente aggravato dalla auto-prescrizione di antibiotici da parte di individui che ne assumono senza la prescrizione di un medico. Anche un inappropriato trattamento antibiotico costituisce un'altra comune forma di abuso di antibiotici. Un esempio comune è la prescrizione e l'assunzione di antibiotici per trattare le infezioni virali come il raffreddore comune, su cui non hanno alcun effetto.

L’antibiogramma:

È molto importante, specialmente in ambito clinico, eseguire l'antibiogramma, vale a dire la valutazione in vitro della sensibilità batterica ai chemio-antibiotici.
L'antibiogramma è un metodo che consente di valutare l'entità dell'efficacia di un antibiotico su microorganismi isolati, cioè tolti dal loro ambiente di infezione e portati in un terreno di coltura. 

Principali procedimenti dell'antibiogramma:
  • Viene prelevato un campione di fluido corporeo dal paziente (urine, feci, saliva, tampone oro-faringeo) e si isolano i microorganismi presenti in terreno di coltura, omogeneizzandoli il più possibile in maniera tale che le varie colonie siano costituite dallo stesso tipo di batterio;
  • si preleva una di queste colonie e la si trasferisce in un altro terreno di cultura, omogeneizzando il più possibile i microorganismi presenti nella superficie del terreno;
  • una volta formatesi delle colonie si prende uno strumento, dotato di piccoli cilindri all'interno dei quali sono presenti dei dischetti imbevuti di antibiotico (naturalmente ogni dischetto sarà imbevuto di un determinato antibiotico in modo tale da analizzare l'entità dell'efficacia di vari antibiotici contemporaneamente);
  • questi dischetti vengono fatti scivolare sulla superficie del terreno, in maniera tale da far diffondere il farmaco nell'agar;
  • si noterà la formazione di zone di "non crescita" attorno ai vari dischetti, dette aloni di inibizione, provocate dall'antibiotico, diffusosi nell'agar. Il quale ha inibito la crescita batterica, determinando, appunto, la formazione di tali aloni. Quindi, maggiore è l'ampiezza dell'alone di inibizione di un certo antibiotico, maggiore sarà l'efficacia di quell'antibiotico verso quel microrganismo. 
    Limitazioni di tale procedura: l'antibiogramma tuttavia, presenta un limite importante, richiede molto tempo (circa due-tre giorni) in modo tale da permettere la crescita delle colonie. Perciò tale metodo non si può utilizzare in caso di emergenze, nelle quali si utilizzano inizialmente antibiotici a largo spettro.
Definizione di resistenza batterica:
Dal punto di vista strettamente biologico, i termini sensibile e resistente esprimono la capacità o meno di un microrganismo di moltiplicarsi in presenza di una data concentrazione del farmaco.
Da un punto di vista clinico, un microrganismo può essere considerato sensibile ad un antibiotico se indagini condotte in vitro suggeriscono che un paziente infettato da quel microrganismo ha, probabilmente, la capacità di rispondere favorevolmente al farmaco, se somministrato in quantità appropriata. Il termine resistente pertanto implica che l'infezione, probabilmente, non risponde a tale terapia.
Nella pratica, il grado di sensibilità viene spesso definito quantitativamente come la più bassa concentrazione di antibiotico capace di inibire la crescita di un microrganismo. Tale concentrazione è nota come Concentrazione Minima Inibente (MIC) cioè la minima concentrazione di un antibiotico che permette la completa inibizione, o quasi, della crescita batterica in determinate condizioni.
Casi particolari:
In genere gli antibiotici, inibendo la riproduzione batterica per un periodo abbastanza lungo, permettono all'ospite di rimuovere, mediante i suoi meccanismi naturali di difesa, il batterio patogeno dalla sede d'infezione. Se tali meccanismi dell'ospite non funzionano in maniera ottimale (ad esempio in soggetti immunocompromessi) l'infezione potrebbe non essere influenzata dalla terapia o potrebbe rispondere temporaneamente e ricomparire dopo la sua sospensione. In questi casi potrebbe essere più opportuno valutare la concentrazione minima battericida (MBC) vale a dire la minima concentrazione di un antibiotico in grado di uccidere il 99.9% della popolazione batterica iniziale.
Numerosi dati statici danno ragione alla crescente preoccupazione, che l’antibiotico resistenza desta sempre più in ambito sanitario. E’ quindi, di fondamentale importanza l’uso razionale del farmaco, da parte del cittadino. Come la promozione di campagne informative, con la finalità di educare il cittadino alla consultazione del proprio medico generico o farmacista di fiducia prima di intraprendere una qualsiasi terapia antibiotica. Evitando così un’automedicazione, che può diventare pericolosa.

OSTEOARTROSI (ARTROSI) E AGENTI CONDROPROTETTORI. COME CURARSI


L’osteoartrosi o osteroartrite è una delle cause più comuni di disturbi dolorosi colpisce generalmente, circa il 50 % delle persone che hanno superato i 60 anni di età.
Tale patologia interessa soprattutto le articolazioni più sottoposte a usura, soprattutto al carico del peso corporeo, come le vertebre lombari o le ginocchia; comportando dolore dell’articolazione interessata e limitazioni nel movimento.

Fisiopatologia:

L'artrosi si instaura quando la degenerazione della cartilagine supera la capacità di sintesi cartilaginea dei condrociti.
L'articolazione interessata presenta alterazioni al livello della cartilagine quali, assottigliamento, fissurazione, formazione di osteofiti marginali e zone di osteosclerosi subcondrale nelle aree di carico. Inoltre, la membrana sinoviale si presenta iperemica e ipertrofica, la capsula è edematosa e fibrosclerotica. La patologia è degenerativa e comporta la perdita progressiva della cartilagine articolare, che viene sostituita da nuovo tessuto osseo provocando dolore e limitazione nei movimenti.

Terapia :
Spesso la principale terapia farmacologica prescritta dal medico per questa situazione patologica, è solo sintomatica e comporta massivo utilizzo di antidolorifici con non trascurabili effetti collaterali, specialmente a livello gastrointestinale.
Difatti, FANS e antinfiammatori steroidei andrebbero impiegati solo dopo un periodo di riposo e terapia fisica (fisioterapia, ionoforesi, marconiterapia) e dovrebbe essere limitato alle fasi acuzie della patologia (quando il dolore è debilitante e difficilmente sopportabile).
L’utilizzo di agenti condroprotettori invece, permette di contrastare i processi artrosici degenerativi a carico delle articolazioni, favorendo la normalizzazione della cartilagine e del liquido sinoviale.
Tra i condroprotettori più studiati vi sono:

L’acido ialuronico (Hyalgan f 20 mg). Somministrato per via intra-articolare ( per via orale l’ assorbimento è scarso o trascurabile). Si tratta di un glicosmaminoglicano composto da acido glucuronico ed N-acetilglucosamina. Permette di ripristinare le proprietà viscoelastiche del liquido sinoviale, oltre ad avere anche un effetto protettivo sui condrociti. Agisce quindi, a livello articolare, come un agente lubrificante ma anche promuovendo la sintesi di matrice cartilaginea e la riaggregazione dei proteoglicani, prevenendo altresì versamenti articolari e la tumefazione che ne derivia.

La condroitina solfato componente del proteoglicano, è il più abbondante glicosaminoglicano presente nella cartilagine articolare. Tale molecola gioca un importante ruolo strutturale a livello della cartilagine articolare, che si concreta nella capacità di legarsi alle fibrille di collagene. Le sue proprietà condroprotettive derivano dalla capacità di inibire gli enzimi che degradano la matrice cartilaginea ed il fluido sinoviale nella patologia artrosica. Di solito è di derivazione bovina ed è impiegata in associazione alla Glucosamina. Permette di rallentare/bloccare gli enzimi che degradano la cartilagine e manterrebbe la viscosità delle articolazioni alle dosi di 0,8-1,2 gr/die.

La glucosammina (Viartril f 400 mg/buste) È un aminomonosaccaride componente della cartilagine articolare. Oltre al ruolo strutturale, come agente condroprotettore la glucosamina stimola la sintesi di proteoglicani e collagene dai condrociti. Impiegata alle dosi di 0,5 gr tre volte/die è ben tollerata (diarrea, bruciori gastrici e allergie) ed avrebbe un effetto analgesico sintomatico oltre che curativo, rallentando la progressione della malattia.
L’associazione della glusammina alla condroitina permette di esplicare un’azione sinergica permettendo di contrastare al meglio lo sviluppo della patologia artrosica e il ripristino delle normali condizioni fisiologiche.

Di seguito si riportano alcuni studi dimostranti l’efficacia degli agenti condroprotettori :

Poolsup N, Suthisisang C, Channark P, Kittikulsuth W, Glucosamine long-term treatment and the progression of knee osteoarthritis: systematic review of randomized controlled trials, in The Annals of pharmacotherapy, vol. 39, nº 6, 2005, pp. 1080–7, DOI:10.1345/aph.1E576, PMID 15855241

Black C, Clar C, Henderson R, et al., The clinical effectiveness of glucosamine and chondroitin supplements in slowing or arresting progression of osteoarthritis of the knee: a systematic review and economic evaluation, in Health Technol Assess, vol. 13, nº 52, novembre 2009, pp. 1–148, DOI:10.3310/hta13520 (inattivo 2010-07-30), PMID 19903416




Farmacia: Aggiornato il tariffario nazionale delle sostanze e degli onorari


Caduceo
Il Ministero della salute ha ufficialmente approvato il decreto firmato dal ministro Lorenzin del 22/09/2017 riguardante l’aggiornamento alla corrente valuta del tariffario nazionale per la vendita al pubblico dei medicinali che modifica alcuni importanti criteri per la determinazione del prezzo dei galenici, di seguito brevemente illustrati.

L'importo delle sostanze impiegate di cui all'Allegato A del decreto ("Tabella dei prezzi delle sostanze") è stato aggiornato sulla base degli attuali prezzi di listino. Mentre per quanto riguarda le sostanze non comprese in detto allegato, vi è l’applicazione del prezzo di acquisto, mantenendo traccia della relativa documentazione di acquisto Questo significa che non si dovrà più procedere a raddoppiare il prezzo della sostanza.
Il secondo cambiamento riguarda l'importo indicato nell'Allegato B ("Tabella dei costi di preparazione) "attualizzato sulla base delle forme farmaceutiche presenti nella Farmacopea Ufficiale, che tiene conto altresì dei tempi necessari per l'allestimento delle stesse".

Vi è
poi "l'incremento del 40% sui costi di preparazione previsti dal suddetto allegato B, al fine di compensare gli oneri connessi alle attività generali, preliminari e successive all'allestimento della preparazione".
Va poi aggiunto "l'eventuale supplemento di 2,50 euro previsto per l'allestimento di specifiche preparazioni (sostanze pericolose per la salute umana, stupefacenti, dopanti), in considerazione delle specifiche normative e adempimenti da rispettare per l'allestimento delle stesse".
Infine c'è il costo del recipiente.

Il decreto modifica anche i diritti addizionali di chiamata notturna: "per le farmacie urbane e rurali non sussidiate un importo di 7,50 euro e per le farmacie rurali sussidiate un importo di 10,00 euro". Rimosso invece l’ addizionale di chiamata diurna se non "esclusivamente per le farmacie rurali sussidiate e quantificato in 4, 00 euro. Tali diritti addizionali sono dovuti soltanto quando la farmacia effettua servizio a battenti chiusi o a chiamata".
La Federazione inoltre, ricorda che «sui medicinali galenici allestiti in farmacia e pagati interamente dal paziente è praticabile lo sconto, purché sia applicato a tutti gli acquirenti e ne sia data adeguata informazione alla clientela». Copia della Tariffa va conservata, anche in formato elettronico, e deve essere resa visibile a chiunque ne faccia richiesta. Una misura quest'ultima, proposta dalla Federazione e accolta dal Dicastero.


Di seguito si riportano i link per scaricare le nuove tabelle aggiornate e il decreto del ministero della Sanità, pubblicati dal sito della F.O.F.I.





AIFA importante nota informativa su Gilenya (fingolimod)


Gilenya è un farmaco indicato in monoterapia, come farmaco modificante la malattia, nella sclerosi multipla recidivante-remittente ad elevata attività nei seguenti gruppi di pazienti adulti: - Pazienti con un’elevata attività di malattia nonostante la terapia con interferone-beta o Pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente grave ad evoluzione rapida.
Meccanismo d’azione:
Gilenya (fingolimod) è un modulatore del recettore per la sfingosina-1-fosfato (S1P). Per azione della sfingosinachinasi fingolimod si trasforma nel suo metabolita attivo fingolimod fosfato. Il quale, si lega a basse concentrazioni, al recettore S1P1 localizzato sulla superficie dei linfociti. Il farmaco in forma attiva, attraversa inoltre facilmente la barriera emato-encefalica per legarsi, nel SNC, al recettore S1P1. Fingolimod fosfato agisce come antagonista funzionale su tali recettori, espressi sui linfociti, inibendo la capacità dei linfociti di fuoriuscire dai linfonodi, determinando quindi una ridistribuzione anziché distruzione degli stessi. Questa ridistribuzione riduce l’infiltrazione dei linfociti patogeni nel SNC dove sarebbero coinvolti nell’infiammazione a carico dei nervi e nel danno tissutale. Studi su animali e in vitro indicano inoltre che fingolimod puo agire anche mediante l’interazione con i recettori S1P espressi sulle cellule del sistema nervoso centrale.


L’AIFA ha pubblicato sul portale una Nota Informativa Importante per informare gli operatori sanitari che sono state rafforzate le avvertenze contro l’uso di Gilenya (fingolimod) in pazienti con disturbi cardiaci pregressi.
Fingolimod è ora controindicato in:
  • Pazienti con infarto del miocardio, angina pectoris instabile, ictus, attacco ischemico transitorio, insufficienza cardiaca scompensata o insufficienza cardiaca di classe III/IV.
  • Pazienti con gravi aritmie cardiache.
  • Pazienti con blocco atrio-ventricolare (AV) di secondo grado tipo Mobitz II o con blocco AV di terzo grado o con sindrome del nodo del seno, se non sono portatori di un pacemaker.
  • Pazienti con un intervallo QTc basale ≥ 500 millisecondi.

FDA approva un nuovo farmaco per il trattamento del linfoma mantellare


La Food and Drug Administration (FDA), ha approvato l’acalabrutinib (Calquence) per il trattamento del linfoma mantellare negli adulti che non hanno risposto al trattamento convenzionale o sono recidivi.
Il linfoma mantellare è un tumore molto aggressivo. Rappresenta un raro tipo di linfoma non-Hodgkin, caratterizzato da crescita rapida.
Calquence rappresenta una nuova opzione di trattamento che negli studi iniziali ha mostrato elevati livelli di risposta per alcuni pazienti. L’acalabrutinib per l’appunto è un inibitore di di chinasi che agisce bloccando un enzima necessario per la progressione del tumore.
Per Calquence l’FDA è ricorsa al percorso di approvazione accelerata, basandosi sui dati provenienti da un trial che ha incluso 124 pazienti con linfoma mantellare che avevano già ricevuto almeno un trattamento. Il trial ha misurato il tasso di risposta globale, la percentuale di pazienti nei quali si è assistito a una regressione completa o parziale del tumore dopo il trattamento, che si è attestato all’81% dei casi (40% risposta completa, 41% parziale).
Gli effetti collaterali comuni di Calquence comprendono mal di testa, diarrea, ecchimosi, affaticamento e dolore muscolare, anemia, trombocitopenia e neutropenia. Tra quelli gravi, invece, emorragie, infezioni e fibrillazione atriale. In alcuni pazienti sono insorte malignità secondarie. Per i potenziali gravi danni che potrebbe causare al neonato, le donne che allattano non dovrebbero assumere il medicinale.
L’FDA ha designato Calquence terapia innovativa e farmaco orfano, approvandolo con “Priority Review”.
Di seguito si riporta il link all’articolo originale

Sindrome climaterica e trifoglio rosso


Il climaterio è un periodo compreso tra la premenopausa (quando il ciclo è irregolare, dura anche 6-8 anni) e la menopausa ovvero la totale assenza di ciclo mestruale per almeno 12 mesi.
Il passaggio dalla fertilità alla menopausa è provocato dalla riduzione del flusso ormonale di estrogeni; quest'ultimo è anche ritenuto responsabile della sintomatologia climaterica.
A tal proposito possiamo distinguere diverse fasi che sono concausa della sindrome climaterica che interessa il 75 % circa delle donne in questa fase della loro vita. Infatti, occorre precisare, che non tutte le donne che entrano in menopausa soffrono di sindrome climaterica.
 
1) Premenopausa → Cessa l’attività luteinica con relativo iperestrenismo, menorragie, metrorragie e amenorrea

2) Menopausa

3) Postmenopausa → Rapido e progressivo calo della produzione di estrogeni con aumento delle gonadotropine ipofisarie ed in particolare dell’FSH.
Sintomi:
menopausa


I principali sintomi che accompagnano la sindrome climaterica sono crisi vasomotorie, parestesie, insonnia, sudate notturne, depressione, irritabilità, vertigini, palpitazioni..; tali sintomi tendono poi ad esaurirsi in qualche anno.
I Fitoestrogeni e il trifoglio rosso
fitoestrogeni
I fitoestrogeni, o estrogeni vegetali, sono sostanze naturali ad attività similestrogenica, ovvero, sono in grado di legarsi (grazie alla loro struttura chimica) ai recettori degli estrogeni ed espletare, attività biologiche di tipo estrogenico o antiestrogenico a seconda della loro concentrazione, di quella degli estrogeni endogeni (prodotti dall'organismo) e da alcune caratteristiche individuali quali concentrazione tissutale di recettori ed enzimi coinvolti nel metabolismo di questi ormoni.

Diversi studi scientifici hanno permesso di far luce sul ruolo nutrizionale e terapeutico degli alimenti o dei supplementi dietetici ricchi in fitoestrogeni. In particolare, è stata condotta un indagine, sulla base di osservazioni epidemiologiche sulle popolazioni asiatiche (la cui alimentazione risulta particolarmente ricca di soia). Dall'esame di questi dati, e dal loro confronto con i corrispettivi di popolazioni occidentali, è emersa una minore incidenza di disturbi associati alla menopausa, un minor rischio cardiovascolare, minor incidenza di tumori alla mammella, all'endometrio e all'ovaio, e di fratture osteoporotiche dell'anca.

Integratori Alimentari:
Il trifoglio rosso insieme alla soia rappresentano le principali fonti di fitoestrogeni.

Il trifoglio è pianta erbacea perenne molto diffusa e appartenente alla famiglia delle Fabaceae, il Trifoglio rosso (Trifolium pratense) vanta una lunga lista di proprietà benefiche. Può essere utilizzato come integratore sotto forma di capsule da ingerire, oppure per preparare infusi caldi da bere, ma anche come base per la preparazione di impacchi da applicare a livello topico.
La droga è costituita dai fiori di trifoglio rosso, che contengono: olio volatile, flavonoidi, derivati della cumarina e glicosidi cianogenici. Tra i flavonoidi spiccano gli isoflavoni, fitoestrogeni naturali molto studiati per i loro effetti antiossidanti e similestrogenici. Essi sono importanti per ristabilire l’equilibrio ormonale, in particolare, in tutte le patologie correlate alla menopausa compresa la sindrome climaterica. Tra i fitoestrogeni presenti nel trifoglio abbiamo la biocianina, precursore della genisteina che rappresenta uno dei fitoestrogeni con il maggiore potenziale antiossidante (tre volte superiore a quello della vitamina C) e un ruolo cruciale nell'inibire la crescita delle cellule tumorali, e la daidzeina. Tra le vitamine contenute in questa pianta figurano la A, la B12, la E, la K e la C. Anche il contenuto di calcio, fosforo, potassio, magnesio e cromo è significativo.
Proprietà e impiego:
Grazie quindi alla sua preziosa composizione, il trifoglio rosso può essere utilizzato come un valido integratore alimentare di fitoestrogeni per vari disturbi:
  •   Prevenzione e cura dei sintomi (vampate di calore, secchezza dei genitali, rughe, fragilità dei capelli, disturbi del sonno, irritabilità, depressione, incidenza di manifestazioni vasomotorie e i livelli di colesterolo totale) e delle patologie correlate alla menopausa (come alternative naturali alla terapia ormonale sostitutiva)
  • Prevenzione della sindrome premestruale e dell'invecchiamento (grazie alla sua azione antiossidante);
  • Miglioramento del metabolismo osseo

Si ricorda, tuttavia, che come tutte le piante officinali, è sempre preferibile chiedere il parere del medico prima di intraprendere terapie o assumere integratori per periodi prolungati, anche per escludere effetti spiacevoli causati dall’eventuale interazione con alcuni tipi di farmaci.

Vaccini anti COVID-19: come agiscono?