Vaccini anti COVID-19: come agiscono?

 



I vaccini COVID-19 a mRNA Pfizer e Moderna sono vaccini destinati a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni. Contengono una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente su SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Ma attenzione il vaccino non contiene il virus e non può provocare la malattia

Meccanismo di azione:

I virus SARS-CoV-2 infettano le persone utilizzando una proteina di superficie, denominata Spike. Questa agisce come una chiave permettendo l’accesso dei virus nelle cellule, in cui poi si possono riprodurre. Tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca la proteina Spike e quindi impedisce l’infezione delle cellule. I due vaccini COVID-19 a mRNA approvati per la campagna vaccinale utilizzano molecole di acido ribonucleico messaggero (mRNA) che contengono le istruzioni perché le cellule della persona che si è vaccinata sintetizzino le proteine Spike. Nei vaccini le molecole di mRNA sono inserite in microscopiche vescicole lipidiche (liposomi). Questi permettono l’ingresso del mRNA nelle cellule. Una volta iniettato, l'mRNA viene assorbito nel citoplasma delle cellule e avvia la sintesi delle proteine Spike.

Le proteine prodotte stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici. Per cui se le persone vaccinate dovessero essere esposte al contagio virale, gli anticorpi prodotti bloccano le proteine Spike e ne impediscono l’ingresso nelle cellule.

La vaccinazione, inoltre, attiva anche le cellule T che preparano il sistema immunitario a rispondere a ulteriori esposizioni a SARS-CoV-2.

Il vaccino, quindi, non introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike. Se, in un momento successivo, la persona vaccinata entra nuovamente in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo.

Occorre inoltre precisare che l'mRNA del vaccino non resta nell’organismo, ma si degrada poco dopo la vaccinazione.

 

Composizione: 
il vaccino contiene un RNA messaggero che non può propagare sé stesso nelle cellule dell’ospite, ma induce la sintesi di antigeni del virus SARS-CoV-2 (che esso stesso codifica). Gli antigeni del virus stimolano la risposta anticorpale della persona vaccinata con produzione di anticorpi neutralizzanti.

L’RNA messaggero è racchiuso in liposomi per facilitare l’ingresso nelle cellule.

Il vaccino contiene inoltre altri eccipienti:

Di seguito elenchiamo quelli presenti nel vaccino Pfizer, simil contenuto presenta il vaccino Moderna:

1,2-Distearoyl-sn-glycero-3-phosphocholine, colesterolo, sodio fosfato bibasico diidrato, fosfato monobasico di potassio, cloruro di potassio, cloruro di sodio, saccarosio, acqua per preparazioni iniettabili.

 Posologia e modo di somministrazione: 

Il vaccino viene somministrato in due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21(Pfizer) e 28 giorni (Moderna) l’una dall’altra.

Efficacia:

Contrariamente a quanto molta gente possa pensare, sono stati condotti, seppure in tempi brevi, ampi studi clinici per testare l'efficacia di entrambi i vaccini con la partecipazione di un numero elevato di personecomprese tra le 30 e 44 mila circa per ogni vaccino, dieci volte superiore agli standard degli studi analoghi per lo sviluppo dei vaccini. Per cui è stato possibile realizzare uno studio di grandi dimensioni, sufficienti per dimostrare efficacia e sicurezza. Inoltre, non è stata saltata nessuna delle regolari fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza del vaccino: i tempi brevi che hanno portato alla registrazione rapida sono stati resi possibili grazie alle ricerche già condotte da molti anni sui vaccini a RNA, alle grandi risorse umane ed economiche messe a disposizione in tempi rapidissimi  e alla valutazione delle agenzie regolatorie dei risultati ottenuti man mano che questi venivano prodotti e non, come si usa fare, soltanto quando tutti gli studi  sono completati. Grazie a queste misure è stato possibile risparmiare anni sui tempi di approvazione. Si precisa inoltre che in entrambi gli studi il vaccino ha mostrato un efficacia pari al 94-95 % circa nell'impedire l'insorgenza di malattia, nei soggetti trattati. 

Durata dell'immunità acquisita:

Secondo l'AIFA (l'Agenzia Italiana del Farmaco)  la durata della protezione non è ancora definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi, ma le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi.

Sono state segnalate nuove varianti del virus i vaccini saranno lo stesso efficaci ?

I virus a RNA come SARS-CoV-2 sono soggetti a frequenti mutazioni, la maggioranza delle quali non altera significativamente l’assetto e le componenti del virus. Molte varianti di SARS-CoV-2 sono state segnalate nel 2020, ma finora queste varianti non hanno alterato il comportamento naturale del virus. La variante segnalata in Inghilterra è il risultato di una serie di mutazioni di proteine della superficie del virus e sono in corso valutazioni sugli effetti che queste possono avere sull’andamento dell’epidemia, mentre appare improbabile un effetto negativo sulla vaccinazione.

 Fonti: AIFA.gov.it


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