Un lavoro di ricerca pubblicato su Nature Microbiology descrive la
metodica che ha permesso la scoperta di una nuova classe di
antibiotici. Questi nuovi principi attivi, chiamati malacidine, hanno dimostrato attività antimicrobica in vitro e in vivo su diversi batteri multiresistenti, compreso lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Mrsa) in ratti con infezione cutanea.
metodica che ha permesso la scoperta di una nuova classe di
antibiotici. Questi nuovi principi attivi, chiamati malacidine, hanno dimostrato attività antimicrobica in vitro e in vivo su diversi batteri multiresistenti, compreso lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Mrsa) in ratti con infezione cutanea.
I ricercatori hanno sequenziato il DNA batterico estratto da oltre un migliaio di campioni di terra prelevati da tutti gli Stati Uniti, e hanno scoperto un insieme di geni che producono malacidine. Questi nuovi antibiotici presentano un meccanismo d'azione diverso rispetto alla maggior parte degli altri farmaci,
attaccando una parte chiave della parete cellulare batterica, un meccanismo per il quale i microrganismi non hanno ancora mostrato resistenza in laboratorio.
Gli autori inoltre, sottolineano di avere utilizzato un metodo di sequenziamento particolare che elimina la necessità di coltivare le specie batteriche in laboratorio, cosa non sempre possibile, e che rende possibile di ricavare più rapidamente nuovi farmaci candidati da diverse fonti ambientali. Per far ciò i ricercatori hanno sviluppato una piattaforma di scoperta indipendente dalla coltura soggetta a sequenziamento, avvalendosi del sequenziamento, dell'analisi bioinformatica e dell'espressione eterologa di gruppi di geni biosintetici catturati da DNA estratto da campioni ambientali.
attaccando una parte chiave della parete cellulare batterica, un meccanismo per il quale i microrganismi non hanno ancora mostrato resistenza in laboratorio.
Gli autori inoltre, sottolineano di avere utilizzato un metodo di sequenziamento particolare che elimina la necessità di coltivare le specie batteriche in laboratorio, cosa non sempre possibile, e che rende possibile di ricavare più rapidamente nuovi farmaci candidati da diverse fonti ambientali. Per far ciò i ricercatori hanno sviluppato una piattaforma di scoperta indipendente dalla coltura soggetta a sequenziamento, avvalendosi del sequenziamento, dell'analisi bioinformatica e dell'espressione eterologa di gruppi di geni biosintetici catturati da DNA estratto da campioni ambientali.
Di seguito si riporta il link dell'articolo originale:
Nature Microbiology 2018. Doi: 10.1038/s41564-018-0110-1
https://www.nature.com/articles/s41564-018-0110-1
Nature Microbiology 2018. Doi: 10.1038/s41564-018-0110-1
https://www.nature.com/articles/s41564-018-0110-1
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